Vetus Ordo Novus Ordo ‘as it is’ NovusOrdo ‘as it should be’
CONFRONTO FRA I
DUE RITI
Di seguito trovate un raffronto sinottico delle due forme
del rito romano o, in altri termini, della Messa gregoriana e di quella in
vigore dal 1970. Lo specchietto non ha la minima pretesa scientifica e vi
abbondano le omissioni e, forse, anche le imprecisioni; ma vuol consentire un
colpo d’occhio di similitudini e differenze anche per chi sia ignaro di
liturgia e conosca, magari neppure troppo bene, solo la messa che si celebra
ordinariamente nella sua parrocchia.
Alle differenze dei testi come sotto riportati, occorre
premettere, che le due Messe si distinguono anche per questi ulteriori aspetti
(sempre limitandoci alle cose principali):
-
La forma tradizionale pone con più chiarezza l’accento
sull’aspetto sacrificale della S. Messa: il Sacerdote, in persona Christi, rinovella incruentemente il sacrificio di Gesù
Cristo sul Calvario (non nel senso che
-
Nella Messa straordinaria è consentito usare solo il latino, che
in quella ordinaria non è quasi mai impiegato (anche se il Messale del 1970 è
in quella lingua).
-
Nella Messa straordinaria il celebrante è sempre rivolto verso
Dio (ossia verso
-
Nella Messa straordinaria è ammesso solo il canto gregoriano o
polifonico, mentre i canti popolari in lingua corrente si possono eseguire solo
all’inizio o alla fine; in ogni caso si canta a cappella (cioè senza strumenti)
o con l’organo. Per contro nella forma ordinaria si fa uso primariamente di
canti popolari e sono ammessi altri strumenti (specie chitarre, ma anche bonghi
e simili).
-
Nella Messa tradizionale vi sono due letture (Vangelo compreso) e
si ripetono di anno in anno, mentre nella forma ordinaria le letture sono tre e
il lezionario è organizzato in un ciclo triennale, quindi con maggiore ampiezza
di brani scritturistici.
-
Nella Messa antica non è prevista la concelebrazione: nelle
occasioni solenni il celebrante è coadiuvato da un diacono e da un suddiacono
(detta comunemente Messa ‘in terzo’)
-
In linea di massima, i paramenti di sacerdote e ministri sono più
classici e curati nella forma straordinaria: il celebrante usa la pianeta e il
manipolo (pezzo di stoffa portato al braccio sinistro, quale simbolo di fatica
e dolore, come se servisse per detergere la fronte dal sudore); i chierichetti
sono di solito in talare e cotta e sono sempre maschi. Tra i colori liturgici è previsto anche il
nero per i funerali. Invece nella nuova Messa i paramenti sono più... ordinari:
la pianeta è frequentemente sostituita dalla casula e il manipolo è desueto. Il
colore nero non è usato (benché permesso: cfr. Institutio generalis Missalis
Romani n. 346).
Ed ecco il raffronto tra i
due Messali:
FORMA STRAORDINARIA 1.Messa dei catecumeni |
FORMA ORDINARIA 1. riti di introduzione |
In nomine Patris... (segno di croce)
Introibo ad altare
Dei... (=mi accosterò
all'altare di Dio). Il sac. ai piedi dell'altare alterna coi ministri o i
fedeli l'antifona e il salmo IUDICA ME, con cui si rivolge a Dio "che
allieta la mia giovinezza" ed al Cui altare sta per salire: " Adiutorium nostrum... (=Il nostro aiuto è nel nome del Signore) Confiteor... (=Confesso…) Sac. e poi i fedeli confessano di aver
molto peccato. Salita all'altare Il Sac. e i fedeli si rivolgono ancora all'Altissimo
con alcuni versetti biblici, quindi il Sac. ascende all'altare (di solito
sopraelevato da tre gradini e coperto di tre tovaglie lintee benedette) e lo
bacia in onore dei Santi le cui reliquie vi sono conservate. Introito Breve antifona e incipit di un salmo, dal proprio della Messa del giorno, di
solito in canto Kyrie (ripetuto 3 volte) |
Breve monizione Il Messale prevede che il Sacerdote, che
già si trova all'altare (in pratica sempre rivolto al popolo), possa
rivolgersi ai fedeli per introdurre e spiegare la cerimonia del giorno Confiteor... (=Confesso) (detto insieme da sac. e fedeli, senza più
riferimenti a S. Michele Arcangelo e ai SS. Giovanni Batt., Pietro e Paolo,
ma con la felice aggiunta dei peccati per omissione). Spesso il Confiteor è sostituito da nuove formule penitenziali Kyrie (ripetuto 2 volte) Spesso sostituito da altre formule |
Gloria
Colletta (orazione propria del giorno)
Epistola (di solito
dalle Lettere di S. Paolo) Graduale (di solito
cantato) Tratto oppure alleluia (di solito cantati) Munda cor meum et labia mea... Il sac. prega di purificare il cuore e le labbra, come
Isaia, onde esser degno di annunziare la Parola |
2. Liturgia della
Parola Prima Lettura (di solito
dall'Antico Testamento) Salmo responsoriale Seconda Lettura (di solito
dalle Lettere di S. Paolo) Alleluia (di solito cantato) |
Vangelo
Omelia
Credo
2. Messa dei fedeli (anticamente i catecumeni, ossia coloro che non avevano
ancora ricevuto il battesimo, uscivano a questo punto nell'atrio della chiesa
perché ancora indegni di partecipare ai sublimi misteri del Sacrificio
rinovellato di Nostro Signore) |
Preghiera dei fedeli Preghiamo affinché... Ascoltaci, Signore. 3.
Liturgia eucaristica |
Offertorio
Offertorio (versetto
proprio del giorno, di solito cantato) Suscipe Sancte Pater... Il sac. offre in sacrificio a Dio "la vittima immacolata", ossia
Gesù Cristo, "per i miei innumerevoli peccati, offese e negligenze,
nonché a vantaggio dei presenti e di tutti i fedeli cristiani, vivi e
defunti, affinché possa giovare a me e a loro a conseguire l'eterna
salvezza". Prega altresì affinché siamo fatti partecipi, attraverso
il mistero del pane e del vino, della divinità di Gesù Cristo, che degnò
assumere in Lui anche la natura umana, a tal punto nobilitata. Veni sanctificator... Il sac. invoca il Santificatore Lavabo... (=Laverò
tra gl'innocenti le mie mani...) Mentre recita tale salmo, il sac. si purifica le mani Suscipe Sancta Trinitas... Invocazione alla Trinità e ai Santi. |
Presentazione dei doni I fedeli portano le offerte all'altare Benedetto sei Tu, Signore... Formula
ebraica (ma non biblica) di benedizione del cibo. Lavami
Signore da ogni colpa... Il
sac. si purifica le mani |
Orate fratres... (=Pregate fratelli perché il mio e il vostro
sacrificio...)
Secreta o Super oblata (orazione
propria del giorno)
Prefazio
Sanctus o Trisaghion
(=Santo, Santo, Santo...)
Consacrazione
La liturgia tradizionale conosce solo il canone
romano, in uso almeno dal V secolo e modificato soltanto da Giovanni
XXIII con l'aggiunta della menzione di S. Giuseppe. E' una grandiosa formula
di consacrazione (o anafora),
attestata fin dal IV secolo (ampi estratti sono riportati nel De sacramentis di S. Ambrogio) con la
quale, in comunione con la chiesa universale militante (‘dittici’), il sac. a bassa voce intercede per i vivi e per i
morti (i due ‘memento’), invoca gli
Apostoli e i Martiri della Chiesa di Roma (‘communicantes’), chiede a Dio di rendere l'oblazione "benedetta, ascritta, rata, ragionevole ed
accettabile" (anamnesi),
offrendoGli la vittima "pura,
santa, immacolata, il pane santo della vita eterna ed il calice dell'eterna
salvezza", pregandoLo di accettarla così come accolse i doni di
Abele il giusto, il sacrificio di Abramo il patriarca, l’offerta di
Melchisedech sommo sacerdote, affinché essa, per mano dell'Angelo santo,
venga portata al sublime altare di Dio e al cospetto della Sua divina maestà
(‘supplices Te rogamus’); infine
supplica il Padre, attraverso il Figlio, di ammettere anche noi peccatori,
benché indegni, nelle schiere dei Suoi Santi (‘nobis quoque peccatoribus’). |
Il rito riformato
prevede la scelta tra molteplici preghiere eucaristiche (o anafore), la prima delle quali, molto raramente
usata, è il canone romano della tradizione con alcune significative
modifiche. La più usata (anche perché la più breve) è la seconda anafora,
detta di Ippolito, ma in realtà solo liberamente ispirata a
quell’antichissima preghiera risalente al III secolo (per un raffronto tra i
due testi vedi LINK).
In particolare, le nuove preghiere eucaristiche si caratterizzano per essere
pronunziate ad alta voce, per la presenza dell'epìclesi (espressa invocazione dello Spirito Santo) e per il
fatto di essere inframmezzate da "acclamazioni" dei fedeli; la più
comune è: “proclamiamo |
Per ipsum... o Dossologia (= per Cristo, con Cristo e
in Cristo...)
|
4. Riti di comunione |
Pater noster o Oratio dominica
(=Padre nostro)
Libera nos o Embolismo
(=liberaci Signore da tutti i mali...)
|
Il popolo risponde con le parole: "Tuo è il regno, Tua la potenza e la gloria
nei secoli", formula che i Protestanti aggiungono al Padre Nostro |
Pax
Domini sit semper vobiscum (=la pace del
Signore sia sempre con voi)
|
Scambio della pace |
Agnus Dei (=Agnello di Dio)
Ecce Agnus Dei... (=Ecco
l'Agnello di Dio)
Il popolo risponde Domine non sum dignus...
(= O Signore non sono degno che Tu entri
nella mia casa, ma dì soltanto una parola e sarò salvato) ripetuto 3 volte |
Il popolo risponde Domine non sum dignus... una volta sola. La traduzione in italiano
di questa frase evangelica è tuttavia infedele (=non sono degno di
avvicinarmi alla Tua mensa...) |
Comunione
Communio (versetto proprio del giorno, di solito cantato) |
|
Postcommunio (orazione propria del giorno)
Ite missa est Placeat tibi Sancta Trinitas... Il sac. invoca ancora |
5. Riti di
conclusione Avvisi ed annunzi Il nuovo
Messale consente di inserire in questo punto gli avvisi o ulteriori
comunicazioni |
Benedizione
Ultimo Vangelo (Prologo del Vangelo di S. Giovanni) tranne |
Ite missa est (=La messa è finita...) |