Estratto
dalla Prefazione di S.S. Benedetto
XVI all’XI volume della sua Opera omnia, Verlag Herder,
2008
Purtroppo, quasi tutte le recensioni si
sono gettate su un unico capitolo: "L’altare e l’orientamento della
preghiera nella liturgia". I lettori delle recensioni hanno dovuto dedurne
che l’intera opera abbia trattato solo dell’orientamento della celebrazione e
che il suo contenuto si riduca a quello di voler reintrodurre la celebrazione
della messa "con le spalle rivolte al popolo". In considerazione di
questo travisamento ho pensato per un momento di sopprimere questo capitolo (di
appena nove pagine su duecento) per poter ricondurre la discussione sul vero
argomento che mi interessava e continua ad interessarmi nel libro. Questo
sarebbe stato tanto più facilmente possibile per il fatto che nel frattempo
sono apparsi due eccellenti lavori nei quali la questione dell’orientamento
della preghiera nella Chiesa del primo millennio è stata chiarita in modo
persuasivo. Penso innanzitutto all’importante piccolo libro
di Uwe Michael Lang,
"Rivolti al Signore. L'orientamento nella
preghiera liturgica" (traduzione italiana: Cantagalli,
Siena, 2006), ed in modo del tutto particolare al grosso contributo di Stefan Heid, "Atteggiamento
ed orientamento della preghiera nella prima epoca cristiana" (in
"Rivista d’Archeologia Cristiana" 72, 2006), in cui fonti e
bibliografia su tale questione risultano ampiamente illustrate e aggiornate.
Il risultato è del tutto chiaro: l’idea
che sacerdote e popolo nella preghiera dovrebbero guardarsi reciprocamente è
nata solo nella cristianità moderna ed è completamente estranea in quella
antica. Sacerdote e popolo certamente non pregano uno
verso l’altro, ma verso l’unico Signore. Quindi guardano nella preghiera nella
stessa direzione: o verso Oriente come simbolo cosmico per il Signore che
viene, o, dove questo non fosse possibile, verso una immagine
di Cristo nell’abside, verso una croce, o semplicemente verso il cielo, come il
Signore ha fatto nella preghiera sacerdotale la sera prima della sua Passione
(Giovanni 17, 1). Intanto si sta facendo strada sempre di più, fortunatamente,
la proposta da me fatta alla fine del capitolo in questione nella mia opera:
non procedere a nuove trasformazioni, ma porre semplicemente la croce al centro
dell’altare, verso la quale possano guardare insieme sacerdote e fedeli, per lasciarsi
guidare in tal modo verso il Signore, che tutti insieme preghiamo